SOVERATO

Soverato, la “perla” turistica dello Jonio

La suggestiva baia dell’ippocampo, dal mare cristallino e dalla sabbia sottile e bianca.

Adagiato sulla costa ionica calabrese, Soverato è una famosa località balneare della Costa degli Aranci, tra i centri turistici più rinomati e popolosi della Calabria e definita “la perla dello Jonio.

Sul nome odierno di Soveratoci sono due ipotesi fondamentali: la prima, più accreditata, e che il nome derivi dall’abbondanza di alberi di Sughero; e l’altra e che derivi dal fatto che vi e un esubero di venti. Infine, vi e una terza ipotesi, molto fantasiosa, secondo cui il nome Soverato derivi da Zeveratos, cioè Giove amante.

Le fonti storiche su Soverato, non sono molte e sul territorio sono stati rinvenuti pochi reperti archeologici. Nel periodo romano, sembra che nella marina di Souerato ci fosse un porto, ma non tutti gli studiosi sono concordi su questo punto.  

 A partire dal secolo XI, il paese cadde sotto il dominio dei Normanni, che probabilmente, all’inizio, vennero in Italia come mercenari al servizio dei bizantini. Verso la fine del XV secolo, il paese passo alla casata di Borgia, che ne tenne il dominio per 133 anni. Dopo il terremoto del 1783, durante il quale fu rasa al suolo, e la costruzione del nuovo paese, essa e divisa in tre nuclei: Soverato marina, Soverato superiore e Soverato vecchia. E questi tre paesi, uniti, formano la meravigliosa cittadina che ha il nome Soverato.

Soverato è posta in una singolare condizione naturale tra mare e un semicerchio di montagne che la ripara da quasi tutti i venti e le dona un clima gradevole e mite in ogni giorno dell’anno. E pertanto è meta di intenso flusso turistico nel periodo estivo e durante i weekend di numerosi visitatori del bel lungomare. Fin dall’antichità Soverato era già rinomato come centro di villeggiatura signorile e per il turismo balneare.  

Famosa per la spiaggia di sabbia bianca, finissima, cosparsa da una miriade di molecole di quarzo e di mica rilucenti al sole. Quel sole, che qui è una miniera inesauribile; splende, infatti mediamente per 6-7 ore il giorno (circa 2500 ore in un anno), moltiplicando cosi le ore di luce e di benessere fisico.  

Da vedere la suggestiva baia e percorrere la passeggiata dell’ippocampo, il cavalluccio marino che dà il nome alla baia e ammirare gli scogli che si ergono sulle acque, dove si infrangono i marosi nei giorni di tempesta.

Angolo di spiaggia meraviglioso, mare spettacolare e cristallino, sabbia sottile e bianca.. Fra loro lo scoglio della “scarpina” detto così perché ricorda una calzatura, da cui i bagnanti amano fare tuffi nelle acque verdi e trasparenti.

Dove si trova